Il Domo di Milano: La Storia del Piccolo Angelo

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Un giorno, mentre i turisti si affollavano attorno al Domo di Milano, un bambino di nome Marco, affascinato dalle guglie della cattedrale, decise di esplorare la chiesa con il suo nonno. Mentre camminavano tra le navate, Marco notò un piccolo angelo di marmo, alto non più di un palmo, incastonato tra le decorazioni.

“Nonno, chi è quel piccolo angelo?” chiese Marco, con gli occhi brillanti di curiosità.

Il nonno sorrise e cominciò a raccontare una storia che pochi conoscevano. “Si dice che questo angelo fosse un tempo un normale scultore, un ragazzo di nome Francesco, che sognava di lavorare al Domo. Ogni giorno lo osservava mentre venivano eretti i grandiosi marmi e le guglie, desiderando ardentemente di lasciare il suo segno.”

“Ma perché è diventato un angelo?” chiese Marco.

“Un giorno,” continuò il nonno, “Francesco decise di presentarsi al maestro dei lavori e chiese di essere assunto. Ma il maestro, vedendolo così giovane e inesperto, scosse la testa e lo mandò via. Francesco, deluso, si sedette su un gradino e pianse. Ma un misterioso vecchio si avvicinò a lui e gli disse: ‘Non è la grandezza del tuo lavoro a contare, ma l’amore che ci metti.’”

Incoraggiato dalle parole del vecchio, Francesco tornò a casa e si mise a lavorare in segreto, scolpendo un angelo piccolo ma meraviglioso. Ogni giorno, dedicava ore a rifinire i dettagli, infondendo nel suo lavoro tutto il suo amore e la sua passione. Quando finì, decise di portarlo di nascosto al cantiere del Domo.

“E poi?” chiese Marco, ansioso di conoscere il finale.

“Il maestro lo vide e rimase colpito dalla bellezza dell’angelo. ‘Non importa se sei giovane,’ disse, ‘questo è il lavoro di un vero artista!’ Francesco venne così accolto nel team di scultori del Domo e il suo angelo trovò un posto tra le guglie.”

Marco guardò l’angelo con occhi nuovi, realizzando che anche le piccole opere d’arte possono avere un grande impatto. “Quindi, ogni volta che guardiamo il Domo, vediamo anche il sogno di Francesco!” esclamò.

“Esattamente,” rispose il nonno, “l’amore e la passione possono trasformare i sogni in realtà. E ogni volta che lo osservi, ricorda che anche i piccoli angeli hanno la loro storia.”

Da quel giorno, Marco guardò il Domo con ammirazione, consapevole che, oltre alla sua grandezza, portava con sé storie di sogni, speranze e la magia dell’amore per l’arte.